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i. lo Spazio

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L'organizzazione dello spazio è un indicatore dello sviluppo e del cambiamento sociale (Kiven, 1991). Lo spazio esterno viene clasificato in due categorie diverse: lo spazio negativo e lo spazio positivo (Fig. 11). Lo spazio esterno è negativo quando è senza forma, cioe', il residuo lasciato alle spalle sul piano terreno dopo la costruzione del edificio. Lo spazio esterno è positivo quando ha una forma ben definita, come la forma di una camera, e quando la forma dello spazio è importante come la forma del edificio stesso. Questi due tipi di spazi hanno completamente diverse geometrie, e sono distinguibile facilmente.


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Fig . 11 Lo schema concettuale dello spazio positivo e quello negativo.

 

Quando si guarda l'ambiente con lo spazio negativo, si vedono gli edifici come figura, e lo spazio esterno come piano terreno. Non vi è alcuna inversione. E' impossibile vedere il piano terreno come figura, e gli edifici come piano terreno. Se guardate il disegno di un ambiente in cui gli spazi esterni sono positivi, è possibile vedere gli edifici come figura, e gli spazi esterni come piano terreno, e si può comunque vedere il piano terreno come figura contro il piano degli edifici. I piani hanno inversione figura-sfondo.

Un altro metodo per determinare lo spazio "positivo" o quello "negativo" è per il limite di delimitazione. Cioe', gli spazi positivi sono in parte delimitate, comunque si sembrano confinati (in realtà, non lo sono, perché ci sono sempre dei sentieri che portano fuori, persino interi lati aperti). Invece, gli spazi negativi sono così mal definite che non si percepisce il confine ( Fig. 12) .


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Fig . 12 Un'altra schema concettuale per lo spazio positivo e quello negativo.

 

Ora, quale è l'importanza funzionale della distinzione fra lo spazio "positivo" e quello "negativo". In realta', abbiamo sviluppato la seguente ipotesi; la gente si sente comoda nei spazi "positivi" e li utilizza, mentre, le persone si sentono relativamente a disagio nei spazi "negativi" e tali spazi tendono a rimanere inutilizzati.

L'ipotesi è stata pienamente sostenuta da Camillo Sitte, nella Pianificazione delle Città secondo i Principi Artistici (ripubblicato da "Random House" nel 1965). Sitte ha analizzato un gran numero di piazze nelle città europee, distinguendo quelle che vengono spesso frequentati da quelle che non lo sono, cercando di capire il perche. Si spiega, mostrando diversi esempi, che le piazze di successo - quelle che sono spesso utilizzati e piacevole - hanno due caratteristiche. Da una parte, sono parzialmente chiusi; d'altra parte, sono aperte l'una all'altra, così che ogni piazza e' collegata alla successiva.

In realta', le persone si sentono più a loro agio nei spazi parzialmente chiusi; è difficile da spiegare il motivo. Ovviamente non è sempre vero. Ad esempio, le persone si sentono a loro agio sulla spiaggia libera, o nella pianura ondulata, dove lo spazio e pienamente libero. Comunque, nei spazi ristretti - giardini, parchi, piazze - la chiusura dello spazio, per qualche ragione, si crea dentro di noi sensazione di sicurezza.

Sembra probabilmente la chiusura dello spazio risale ai nostri istinti più primitivi. Per esempio, quando una persona cerca un posto per sedersi all'aperto, raramente si decide di sedersi esposto nel mezzo dello spazio libero - di solito si cerca un albero per appoggiare la schiena, una cavità nel terreno, una crepa naturale per rifugiarsi . I nostri studi sullo spazio per le esigenze delle persone nei luoghi di lavoro mostrano simile esigenze. Per stare bene, la persona ha bisogno della chisura attorno a lui ed al suo lavoro - pero' senza esagerazione. Clare Cooper ha trovato lo stesso risultato nei suoi studi per i parchi: le persone cercano zone che sono in parte racchiusi e in parte aperti - legermente aperti, non pesantemente chiusi (Clare Cooper, Open Space Studio, San Francisco Urban Design Studio, San Francisco City Planning Dept., 1969).

Spesso, i spazi positivi vengono creati contemporaneamente con degli altri elementi suplementare. La seguente immagine mostra uno dei pochi luoghi al mondo in cui una considerevole quantità di costruzione non avevano altro scopo solamente per creare dello spazio positivo. In qualche modo sottolinea l'urgenza del modello ( vedi fig. 13).

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Fig. 13 La piazza a Nancy.

 

Quando lo spazio è negativo, per esempio, a forma di L, è sempre possibile aggiungere delle costruzione, o dei elementi, o dei pareti in modo da trasformare lo spazio in quello positivo.

Invece, se uno spazio esistente è pesantemente racchiuso, si può costruire un arcata nella costruzione per apprirsi lo spazio (vedere fig. 14).


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Fig. 14 Trasformazione dello spazio in quello positivo.

 

Insomma: "rendere tutti gli spazi che si circondano e si trovano fra gli edifici in spazi positivi. Dare ad ognuno un certo grado di chiusura; circondare ogni spazio con gli edifici, alberi, muri, portici, affinche' si diventi un'entità con la qualità positiva, evitando cosi che venga abbandonata"(Christopher, 1977).


Arch. Mor Temor

Cambiare il mondo, una struttura alla volta ....