Arch. Mor Temor è uno studio internazionale di architettura, specializzato nella progettazione di opere ad alto valore architettonico in vari campi.
d. L'Isolato
L'isolato urbano e' considerato come l'elemento base della progettazione urbana e del vivere la citta'; l'isolato urbano viene visto come un elemento integrante del tessuto urbano.
La storia dell'isolato urbano nel mondo è stata determinata dai cambiamenti socio-economici, sopratutto per la nascita del capitalismo industriale durante il 19° secolo.
I cambiamenti si riassumono in cinque fasi:
1. Il blocco urbano del XIX secolo, denso e compatto, l'interno è nascosto, completamente isolato dalla strada. Lo spazio interno è un posto privato, tranquillo con gli alberi (Vedi fig. 5 I).
2. Lo svuotamento del centro, riorganizzazione del perimetro del blocco e l'introduzione dei giardini comune o piccoli giardini collegati da un percorso comune. L'apertura del blocco con la creazione dei giardini comune, accessibile e visibile dalla strada, unendo la facciata principale con quella laterale, sterilizzando lo spazio centrale. (Vedi fig. 5 II) (François, 2005).
In questa fase, la riforma del blocco urbano metropolitano viene distillata per una chiarezza quasi schematica: l'edificio segue esattamente la forma del blocco sottolineando la strada. La facciata si estende oltre il 200m, sviluppando radicalmente l'idea dei appartamenti uniformi, in una società democratica, attraverso la rigorosa ripetizione di un singolo elemento - la finestra con la sua cornice estremamente semplificata. Tuttavia, dietro questa facciata esplicitamente urbana, una grande corte con il verde, fornendo agli abitanti un luogo piacevole per vivere, con luce, aria, tranquilita', alberi e prati, offrendo un bell luogo, tranquillo per la ricreazione, per il gioco, pur essendo nel centro della città.
I negozi si trovavano all'angolo, per il semplice fatto, che l'edificio seguiva la strada, gli angoli sono luoghi privilegiati per il commercio, (vedi fig. 6) (Sonne, 2005).
Fig. 6 Un esempio a Copenhagen in cui l'edificio segue esattamente la forma del blocco, 1922-1923.
3. L'apertura delle estremità, la riduzione della densità, la combinazione di due file di giardini. Le righe diventano autonomi, consentono il massimo della luce solare, servite da corsie perpendicolari alla strada. Dal blocco tradizionale solamente due principi rimangono: a) la chiara relazione fra l'edificio ed il contesto b) la differenza fra la fronte e la spalla. Tuttavia, viene abbandonato il rapporto con la strada e la connessione con la città (vedi fig. 5 III).
4. La soppressione dei giardini privati a favore del giardino comune, combinato con un indebolimento della differenza fra le facciate. Gli spazi privati sono ridotti all'interno dell'abitazione e ai balconi, mentre lo spazio comune sempre meno differenziato, che si occupa tutto il terreno non costruito (vedi fig. 5 IV).
Queste quattro fasi mostrano il processo del apertura del blocco, visto dal punto di vista funzionale, e' il risultato di mettere insieme il fronte con la spalle, lo spazio privato con quello comune, creando cosi spazi ambigui.
Fig. 5 Lo schema della trasformazione del blocco urbano intorno al 1900.
5. La quinta ed ultima fase dello sviluppo del blocco urbani e' stato all'intorno della metà del secolo scorso. Gli elementi tradizionali del blocco sono stati tagliati, ripensati e riarrangiati in una nuova unità, un blocco urbano verticale, in cui tutti i rapporti tradizionali sono invertiti e contraddetti. La strada è scomparsa e trasformata in un ‘rue corridor’, una stradina interna. La riorganizzazione dello spazio modifica anche la vita degli abitanti. In questo modello il vecchio tessuto è stato sciolto (fig. 7 +8): la sequenza tradizionale della strada/angolo/cortile/ la fine della traccia è scomparsa, il contrasto dei posti non esiste più, la possibilità d'appropriazione individuale e' inesistente o confinate all'interno dell'abitazione (François, 2005).
Fig. 7 Le Corbusier, sezione, progetto Cité Radieuse
Fig. 8 Le Corbusier, Marsiglia Unité d'Habitation
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